Per aggiornare l’auto basterà collegarsi ad internet
Nel giugno scorso aveva fatto scalpore la notizia di un richiamo messo a punto dalla FCA, costretta a riportare in officina e aggiornare 811.000 vetture negli Stati Uniti per un difetto all’apparenza di poco conto: il software del cambio automatico era impreciso e non evitava che le auto potessero muoversi con innestata la funzione di parcheggio. Interventi del genere sono una ruotine per i costruttori di auto. Questo però non gli impedisce di guardare verso nuove soluzioni, come ad esempio gli aggiornamenti software via internet, che stanno iniziando ad affermarsi solo in questi mesi dopo aver accumulato un grande ritardo nei confronti di altri ambiti: sono disponibili da anni per tutti i più comuni prodotti di elettronica, a partire dagli smartphone e dai televisori.
Una tecnologia che vale 35 miliardi in risparmi
Aggiornamenti di questo tipo sono chiamati OTA, dall’inglese Over The Air (letteralmente “nell’aria”), e vanno considerati una buona notizia sia per gli automobilisti che per i costruttori: i primi non dovranno più recarsi in officina per aggiornare i software o ad esempio le mappa del navigatore, i secondi potranno migliorare le vetture in modo più tempestivo e continuo e risparmiare grandi quantità di denaro, se è vero che la società di ricerca IHS Markit stima un taglio dei costi pari a 35 miliardi di dollari entro il 2022. La cifra calcolata appare enorme, ma basta sapere che la General Motors ha speso 900 milioni di dollari in richiami soltanto nel 2016. Gli aggiornamenti OTA si stanno diffondendo solo adesso perché molte vetture iniziano ad avere un ricevitore a bordo, in grado di captare il segnale internet proveniente da casa e ricevere le modifiche al software inviate dal costruttore.
Dopo la Tesla tocca alle Honda e Mercedes
I costruttori non potranno modificare via OTA componenti difettosi o intervenire su rotture, ma saranno in grado di ampliare le funzionalità delle tecnologie di guida pilotata e rinnovare la versione software dei sistemi di bordo. Ciò avviene già sulla Tesla, dove gli aggiornamenti – al pari di quello che avviene con gli smartphone – diventano un argomento di discussione per clienti ed appassionati: con il software 8.1 è aumentata la velocità massima di funzionamento del sistema che mantiene l’auto in corsia in autostrada (a 90 miglia oraria, circa 145 km/h), è arrivata una versione non definitiva del parcheggio pilotato ed è stato perfezionato il cambio di corsia automatico. La Tesla è stato il primo costruttore a proporre gli aggiornamenti OTA, ma nei prossimi mesi verrà seguito dalle Honda e Mercedes, che aggiungeranno questa novità a partire dalle Insight e Classe A.
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