Alexa, l’assistente virtuale di Amazon e le sue colleghe
Da noi è ancora una (quasi) perfetta sconosciuta, ma in alcuni paesi del mondo sta diventando una vera superstar. È Alexa, l’assistente virtuale di Amazon nata nel 2014 assieme ad Echo, un altoparlante speciale gestibile tramite comandi vocali. Un primo passo del colosso dell’e-commerce nel vasto mondo dell’internet of things, dove tutto è connesso. Proprio tutto: dagli elettrodomestici alle auto, tutti “device” che in più di 3 anni di vita hanno adottato Alexa per essere gestiti con comandi vocali che seguono il linguaggio naturale, esattamente come avviene con Google Assistant, Cortana e Siri.
Alexa, come funziona
Fino a qualche tempo fa utilizzare i comandi vocali in auto era quasi un incubo: bisognava seguire l’esatto ordine delle parole richieste dal sistema di infotainment, pena il sentirsi rispondere “Non ho capito” dalla voce robotica. Un limite dovuto allo spazio “virtuale” dedicato alle istruzioni vocali: un’auto infatti è in grado di comprendere poche e ben precise frasi per attivare le funzioni del sistema di infotelematica, perché il suo “vocabolario” è memorizzato in locale e non è capace di apprendere. Alexa (come gli altri assistenti vocali Cortana, Google Assistant e Siri) invece non risiede all’interno dell’auto, ma in un insieme di server capaci di contenere miliardi di informazioni, così da poter capire richieste complesse.
Tutto online
I server sono raggiungibili tramite connessione internet: il limite di Alexa (e le sue “colleghe”) quindi è quello di funzionare unicamente in presenza di una connessione. A differenza di Siri e Cortana però Alexa non è vincolata a un solo tipo di device: negli ultimi tempi infatti sono nati differenti apparecchi in grado di far “girare” l’assistente virtuale di Amazon, tra cui spiccano anche auto marchiate (ad esempio) BMW e Toyota.
Alexa& co: i vantaggi
“Alexa, manda un messaggio a tizio dicendogli che sono in ritardo”. Oppure “Alexa, a Roma piove?” O ancora “Alexa, andiamo a Milano in via…” Comandi semplici compresi al volo dall’assistente vocale made in Amazon. Una grande comodità che permette di ridurre le distrazioni e allo stesso tempo compiere azioni complesse mentre si sta guidando. Il successo di Alexa & co. è dovuto principalmente a queste funzioni che convincono sempre più Case automobilistiche ad affidarsi ai colossi dell’elettronica per quanto riguarda l’infotainment. Contratti di fornitura e partnership costano nettamente meno rispetto allo sviluppare in proprio sistemi complessi come questi.
E la privacy?
La domanda che viene in questi casi è sempre la stessa: e a privacy come siamo messi? Alexa è sempre attiva, questo significa che registra ogni parola a portata di microfono. La stessa cosa potrebbe succedere all’interno dell’auto, col rischio che conversazioni private possano finire nelle mani di sconosciuti. C’è poi la questione posizione: Amazon conosce i nostri gusti per “colpa” degli acquisti che facciamo sul loro portale e ora conoscerà anche la nostra posizione. Il colosso guidato da Jeff Bezos potrebbe poi anche affidarsi al cosidetto geofencing, ovvero la creazione di confini virtuali entro i quali si attivano determinati servizi online. Provate a pensare: con la vostra auto vi avvicinate a un determinato negozio e Alexa, grazie ai dati raccolti dai vostri acquisti Amazon, vi avverte che nei paraggi c’è un esercizio commerciale che potrebbe fare al caso vostro.
Il futuro è nella voce
Rimane comunque innegabile il fatto che il futuro dell’auto passi anche da qui, da assitenti virtuali guidati da una sorta di “intelligenze artificiali” per gestire le sempre più numerose funzioni di bordo. Le mani le useremo prima unicamente per toccare il volante e poi, quando la guida autonoma prenderà il sopravvento, per sfogliare il giornale, le pagine di un libro o scrivere al computer.
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