Allerta ostacoli posteriori in retromarcia, come funziona e a chi conviene

Vi sarà capitato spesso di uscire da un parcheggio in retromarcia: questa manovra presenta difficoltà perché si ha una visuale ridotta, come ben sapete. Poco utile “allungare” il collo, cosa che invece serve molto quando si arriva agli incroci per capire se giungono altri veicoli. Tutto si complica maledettamente se la visuale è del tutto bloccata e se il guidatore non vede il traffico che attraversa nell’area posteriore del veicolo: si esce un “millimetro” per volta, con la massima accortezza, contando sulla prudenza e l’attenzione degli altri utenti della strada che potrebbero scontrarsi contro la parte posteriore dell’auto. Ecco perché le Case hanno pensato a un sistema di avviso della presenza di veicoli che attraversano durante le manovre di uscita dal parcheggio: il Rear Cross Traffic Alert.

Che cos’è

Almeno in teoria l’allerta ostacoli posteriori facilita le manovre di uscita in retromarcia dagli spazi di parcheggio: il sistema utilizza due sensori radar a medio raggio posizionati nella parte posteriore del veicolo, che misurano distanza, velocità e probabile traiettoria dei veicoli in attraversamento. Se il sistema “vede” veicoli incrocianti provenienti da sinistra o destra, avvisa il guidatore del potenziale pericolo di collisione. Come? Lo fa con segnali acustici e visivi. A quel punto, è il conducente che deve frenare o addirittura tornare avanti.

Come funziona

La chiave dell’allerta ostacoli posteriori sono i sensori radar a medio raggio. Quello della Bosch, chiamato MRR, opera nella banda di frequenza a 76–77 GHz: essendo omologato per le applicazioni automobilistiche in tutto il mondo, rende il sensore radar particolarmente idoneo per le piattaforme di veicoli globali. Il design dell’antenna consente un raggio d’azione fino a 160 metri e un campo visivo massimo di 150 gradi. Qualche esempio? Sulla Mazda CX-5, il sistema si attiva dopo aver ingranato la retromarcia: un segnale acustico e il lampeggiamento degli indicatori presenti sui retrovisori esterni informano chi guida dell’eventuale presenza di ostacoli a distanza troppo ravvicinata. Il segnale acustico si interrompe quando l’area si libera. Qualcosa di analogo su diverse Toyota, come la C-HR e la Prius, e sulla Hyundai Ioniq. Sulla Opel Insignia Sports Tourer, il Rear Cross Traffic Alert utilizza sensori radar nel paraurti posteriore per rilevare oggetti in avvicinamento a partire da una distanza di 20 metri, a 90 gradi a destra o a sinistra dietro il veicolo, e attiva indicatori di allerta visivi e sonori, una funzione molto utile quando si esce da un parcheggio in retromarcia, in una situazione di visibilità limitata. Su alcune Audi, il dispositivo informa il conducente sui veicoli in avvicinamento, che riconosce visualizzandoli sul display MMI, avvisandolo tramite un segnale acustico e un’eventuale frenata in caso di pericolo di collisione imminente.

A chi conviene

L’allerta ostacoli posteriori in retromarcia è davvero prezioso per chi parcheggia spesso in aree perpendicolari alla strada (“a pettine”) o leggermente inclinate rispetto alla carreggiata: per capirci, parliamo in quest’ultimo caso del parcheggio “spina di pesce” con ingresso con la parte anteriore dell’auto. Se entrare col “muso” è molto facile, l’uscita col “sedere” del veicolo è molto complicata per la ridotta visuale. A poco o nulla conta che quella zona sia scarsamente trafficata: basta uno scooter o una bicicletta, ancora meno visibile rispetto a un’auto, a rendere la manovra di uscita col posteriore ancora più ardua. Una dispositivo che tiene alla larga dai carrozzieri, a tutela del portafogli; ma soprattutto che previene incidenti con potenziali feriti o vittime: un netto miglioramento della sicurezza stradale. Anche a beneficio della classe Rc auto, che peggiora se si provocano sinistri.

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