Nissan, l’auto elettrica come fonte di guadagno
La mobilità elettrica è nulla senza il controllo dell’energia, si potrebbe dire parafrasando una famosa pubblicità degli anni 90. Scherzi a parte è vero che lo sviluppo di veicoli elettrici poco serve se poi non vi sono le condizioni giuste per utilizzarli al meglio. E’ anche per questo motivo che una casa come Nissan – ma non è la sola – una delle principali sostenitrici della mobilità elettrica si impegna anche a costruire, intorno ai veicoli, il cosiddetto ecosistema elettrico. Una parola complessa per indicare l’ambiente in cui le auto elettriche dovranno muoversi e con cui interagiranno. Fra le questioni più urgenti che riguardano l’elettrico vi sono sicuramente la possibilità di ricaricare e la sostenibilità energetica della mobilità, assieme al tema della produzione dell’energia elettrica che deve essere anch’essa sostenibile e soprattutto rinnovabile.
Ricarica veloce
All’evento Futures 3.0, oltre a lanciare sul mercato la nuova Leaf e la batteria da 40 kWh per l’e-NV200 si è parlato, con Nissan, delle stazioni di ricarica veloce pubbliche attraverso la standard CHAdeMO che il marchio nipponico ha contribuito a installare in più di 4.700 unità in tutta Europa. Inoltre, nei prossimi 18 mesi, Nissan ha programmato di espandere la rete del 20%. In questo settore è necessaria una collaborazione anche con le istituzioni, i gestori locali dell’energia (o utilities) e le aziende leader nel settore della distribuzione. Ogni piano di sviluppo, infatti, deve essere studiato ad hoc sulle esigenze specifiche di ogni comunità locale. Nissan ha individuato le città e le autostrade come i prossimi luoghi dove ampliare i punti di ricarica collaborando a 11 progetti paneuropei. L’Italia è coinvolta in Eva+ per 200 punti di ricarica veloce, in Flex-e per 16 punti di ricarica ultra veloce CHAdeMO e nel progetto High Electric Speed Mobility.
Vehicle to Grid e xStorage
Un altro punto interessante è quello dell’impedire la dispersione energia elettrica o la sua immobilizzazione. A differenza degli altri carburanti l’elettricità è molto difficile da conservare. La sua diffusione va immaginata come una grande rete di canali in cui l’elettricità viaggia, ma non si ferma. Lo scambio fra le batterie del veicolo e questa rete, nel momento in cui i veicoli non vengono utilizzati, contribuirebbe a stabilizzare i flussi nei canali creando un equilibrio e fornendo energia in caso di bisogno. Questo sistema viene chiamato Vehicle to Grid (VTG); Nissan ha inizialmente testato, in Danimarca, questa modalità che, con il tempo, è stata estesa a tutti i gestori di flotte del paese. Attraverso la tecnologia di carica bidirezionale, i clienti possono ottenere energia dalla rete per alimentare la loro auto o il loro van e restituirla alla stessa mettendola a disposizione di altri. Oltre all’acquisto e l’installazione del caricatore bidirezionale (V2G), non si hanno ulteriori costi di energia o di carburante. In pratica, si tratta di una sorta di prestito di energia. Il passo successivo è quello di avere in casa un impianto di stoccaggio domestico xStorage per restituire alla rete l’energia che non viene utilizzata, proprio come potrà accadere con il veicolo elettrico stesso, con un guadagno in termini di reddito per l’utente che si allaccia alla rete in questo modo.
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