Toyota Platform 3.0, come cambia l’auto a guida autonoma
L’ammiraglia Lexus LS diventerà nel 2018 il nuovo veicolo sperimentale della Toyota per le tecnologie di guida automatica, che l’azienda giapponese sta evolvendo in maniera da rimpicciolire tutti i principali componenti e integrarli nella carrozzeria. La macchina di prova è chiamata Platform 3.0, verrà mostrata in anteprima al CES di Las Vegas (9-12 gennaio) ed è basata sulla vecchia generazione della berlina a quattro porte LS, lo stesso modello utilizzato per i test svolti finora: in quel caso però aveva il nome Platform 2.0. La macchina è pressoché identica a quella in vendita fino a pochi mesi fa, ma è stata aggiornata dalla divisione interna che si occupa si ricerca e innovazione per essere più discreta e facilmente riproducibile in scala, sebbene la Toyota non abbia in programma di costruirne molti esemplari: in meno di un anno sono stati introdotti tre grandi aggiornamenti alle auto Platform, quindi per la Toyota non avrebbe senso costruire una flotta destinata ad invecchiare dopo pochi mesi.
I lidar sono quattro e “coprono” l’auto a 360°
I primi esemplari dell’auto saranno fabbricati da aprile e monteranno una ricca “batteria” di sensori, radar e telecamere, in grado di ricostruire quello che avviene intorno all’auto e far funzione il software che interviene materialmente su acceleratore, freni e volante, che la Toyota sta collaudando in alcune città degli Stati Uniti dove ha ottenuto i permessi. Ai quattro angoli dei paraurti ci sono ora i Lidar, i raffinati e costosi radar che scansionano l’ambiente circostante e fanno capire all’auto dove si trova anche quando le condizioni meteo non sono favorevoli o la segnaletica stradale non è ben definita. Sulla Platform 2.0 era presente un unico e grosso Lidar sul tetto, in grado però di “vedere” solo frontalmente: sulla Platform 3.0 i radar sono coprono quello che avviene a 360°. I sensori e le telecamere si trovano ora all’interno di un involucro sul tetto, stando alla spiegazione della Toyota, molto sottile (non penalizza l’aerodinamica dell’auto) e in grado di schermare dal caldo e dalla pioggia.
La guida è automatica, ma dentro ci sono due volanti
I computer montati all’interno per elaborare e far funzionare il software di autopilota sono racchiusi all’interno di una piccola scatola, che non occupa più tutto il bagagliaio come avveniva in precedenza. La Platform 3.0 sarà costruita nel centro tecnico della Toyota a York (Michigan, Stati Uniti) e riprenderà una stranezza già vista sulla Platform 2.0: nel cruscotto di alcuni esemplari sarà presente un secondo volante, montato davanti al sedile del passeggero, che servirà ai tecnici per effettuare esperimenti sul modo in cui la guida passa dall’elettronica al guidatore reale. Non a caso i programmi di test sono due: lo Chauffeur è incentrato sull’autopilota, il Guardian sulla “convivenza” fra guida tradizionale e automatizzata.
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